Benvenuti nel mio blog personale. Buon 2012.

giovedì 29 dicembre 2011

La bomba e la Gina. L'ultimo libro di Marco Codebò.

La bomba e la Gina, Intorno a Piazza Fontana, è il libro che mi è stato recapitato ieri in Osservatorio Turismo Asslib, a Feltre. Con Marco Codebò, l'autore, ci si era conosciuti nel 1975, quando era alla Caserma Santa Barbara di Piazzale Perrucchetti, a Milano. Con la mia lambretta, quasi ogni giorno, per un periodo, andavo fuori dalla caserma a diffondere il volantino prodotto di fresco. Quando giunse notizia del suo improvviso e forzato trasferimento, un pomeriggio, nel giro di un paio d'ore fui in piazza con un gruppone di protestatari, un centinaio, con altrettanta presenza di polizia in assetto a difesa della Santa Barbara. Come se volessimo attaccare la caserma.  Ci siamo ritrovati, con Marco, pochi giorni fa, su facebook. A qualcosa serve anche quello.

domenica 18 dicembre 2011

AIUTO. 2011 DA BARBA... 2012 DA BARBONE. DEVO SALVARMI. (Regola delle Tre Enne in applicazione urgente.).

Pesante, il 2011. Da sprofondamento, il 2012. Per salvarmi devo applicare la regola delle tre enne: nomade, nullafacente, nullatenente. Percorso lungo e difficile. Ma sono sulla buona strada.
A, come automobile – Niente auto, per liquidare costi e ricatti. Basta tasse, assicurazioni, carburanti, meccanici e carrozzieri, gommisti, parcheggi, multe, obblighi e divieti, mal di schiena e mal di gambe, culo di piombo.
B, come banche – Non mi hanno aiutato. Non mi hanno sostenuto nel lavoro. Sono stato molestato e minacciato quando andavo in rosso. È l'anno giusto per fare i conti. Chiudendoli. No debiti, no spese.
C, come casa – Oggi qua, domani là. In affitto. Magari ospite, con spese da condividere. Nessuna proprietà. No casa, no padrone, no lacrime.
D, come diritto – Da cittadino ho diritto di esistere. Di non essere perseguitato. Di non essere raggiungibile. Di non dare risposte a chi si inventa, ogni giorno, nuovi doveri. Tutti a senso unico, nei confronti di chi comanda.
E, come educazione – Se io sono educato con te, tu, non prendermi a calci nei denti. Se no mi incazzo.
F, come federalismo – Toglietemi di torno anche il termine, che vivo meglio. Via tutto, province, comunità montane, enti vari, comuni da duecento abitanti... E il mio stato, non coincide, per forza, con lo Stato italiano. Il mondo è più grande di un orizzonte limitato, confinato, definito.
G, come guerra – Non sono e non voglio essere in guerra. Con niente e con nessuno. Non sarò né assoldato né soldato. Libero di comunicare, parlare, girare. In pace.
H, come ospedale – Quando c'è la salute c'è tutto. Devo evitare di ammalarmi, che se mi ammalo, per curarmi, mi cacciano in un guaio ancora più grosso.
I, come inoccupato – Se ho la partita IVA e non lavoro, perché devo essere inoccupato? Sarò disoccupato, iscritto nelle liste dei Centri per l'Impiego. Così anche l'Istat non potrà far finta di niente, dicendo che sono precario, benestante o che...
L, come libertà – Grande, immensa, irraggiungibile, utopica?. Meglio non aver niente ed essere liberi. Che avere tanto ed essere schiavi.
M, come mezzi pubblici – Per gli spostamenti, userò i mezzi pubblici. Quelli che costano meno. Dove passo inosservato e posso pensare ai fatti miei.
N, come negozi – In un mondo di ladri, anche i negozi non meritano attenzione. Che resti aperto un forno, per il pane. Qualche posto che dia da mangiare. Il resto, può anche chiudere. Per beni e prodotti bastano agricoltori e artigiani. Mi hanno consumato, con la società dei consumi, per cui io sarei un consumatore, con trecento sindacati e associazioni di consumatori. No consumo, no problemi.
O, come odissea – Mi fan vivere come Ulisse, sbattuto dappertutto, in balìa di cinquanta Dei che comandano e dei loro capricci, di mostri, maghi e streghe. Meglio vivere mediamente nascosti. Che visibilmente eroi. No coinvolto, no collaborante.
P, come pedone – A piedi. Costo zero. Per riprendere l'uso delle gambe, del corpo, della mente. A piedi, trenta chilometri al giorno, come i Romani. Al massimo, posso concedermi una bicicletta.
Q, come questua – Potrei ridurmi, così, a chiedere la carità? Certo ci sono quelli che stanno meglio di me. Ma anche quelli che stanno peggio. Poveri, deboli, malati. Meglio allora lavorare gratis per loro, per un sorriso. Che chiedere la carità agli stessi ricchi e benestanti che, alla carità, ti ci hanno portato.
R, come risorsa – La risorsa sono io. Del resto non me ne frega niente: petrolio, oro, diamanti, gas. Basta che non mi tocchino l'acqua. Che son fatto, di acqua. E se mi manca, muoio.
S, come stipendio – E chi lo conosce... Forse è meglio parlare di scambio, per sopravvivere. Coniugare il verbo dare, più che avere e prendere.
T, come tasse – Per evitare le tasse devo evitare i debiti. Per evitare i debiti devo evitare i consumi. Per evitare i consumi devo vivere semplicemente. Così evito Agenzia delle Entrate, Stato, Sanzioni...
U, come umiltà – Tutti grandi, tutti bravi, tutti ricchi. Se tutti fossimo un po' più umili, si vivrebbe diversamente, dignitosamente.
V, come votare – No no. Non ti voto non ti voto. Non si vota non si vota. Arrangiatevi, politici e pseudo, con le elezioni a vostra misura. Isolato io? Si vedrà. Alla fine. Chi resta isolato. Chi è il barbone che sarà emarginato.
Z, come zero – Zero reddito. Zero soldi. Zero Tasse. Toh, arriva il 2013. E sono sopravvissuto. Meglio zero, che mal accompagnato.

Il servizio fotografico del 16.12.2011, Lele-barba-barbone, è di Francesco Polli Taborgna, otto anni, terza elementare. La barba è stata tagliata subito dopo le riprese. Che si può essere barboni anche da sbarbati.


Per un buon 2012, possiamo cantare Pietre di Antoine, Festival di Sanremo 1967:
Tu sei buono e ti tirano le pietre
sei cattivo e ti tirano le pietre
qualunque cosa fai
dovunque te ne vai
tu sempre pietre in faccia prenderai
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
non sei ricco e ti tirano le pietre
al mondo non c'è mai
qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà
E sarà così finchè vivrai
sarà così...
(strumentale)
Se lavori ti tirano le pietre
non fai niente e ti tirano le pietre
il giorno che vorrai
difenderti, vedrai
che solo pietre in faccia prenderai
Se sei bianco ti tirano le pietre
se sei nero ti tirano le pietre
al mondo non c'è mai
qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà
e sarà così finchè vivrai
e sarà così...
(strumentale) 


*testo da www.canzonidelcuore.com

lunedì 12 dicembre 2011

Oggi, 12 dicembre 2011. Scritto, dopo un anno, sul limitato faccialibro. Dedicato a Piazza Fontana e Pino Pinelli, Via Preneste 2, Quartiere San Siro, Milano.



Ricordate? Una strage? Dimenticate? Una strage? Piazza Fontana. Milano 1969.  Errore, STRAGE, di Stato.  Da lì, comincia, la nostra verità. Da lì, la nostra libertà.
Scritto su faccialibro-facebook, oggi, dopo un anno di assenza dal social "limitato" network.


"12 dicembre, Data nel mio DNA. Eccomi, dopo un anno, Per salutare tutti e per abbracciare i Vecchi. Permane il mio scetticismo per gabbie di comunicazione come questa. Cercando libertà, preferisco i blog, aperti no password commenti, che lasciano tempo per pensieri e ricordi. Prima missione, tra le Dolomiti, resta il piccolo Francesco, otto anni. I blog, una novantina, mi impegnano quotidianamente. Forse, un giorno, faranno pensione. Come noto, a partire da noi del 1952, la pensione nemmeno ce la pensiamo. Ciao ciao. 2011 da barba. 2012 da barbone. Buon anno?"


* Seguiranno foto 2011 di barba. 2012 di barbone. (Ancora, una volta, alla sarda, ci/vi hanno fregggattto).
W LE BANCHE E LE ASSICURAZIONI. MONTI, NIPOTE DI SPADOLINI, NAPOLITANO E VARI ALTRI... CHE?

giovedì 8 dicembre 2011

L'ultima decisione: a disposizione dei Missionari Comboniani.

Con uno scambio di mail, è stata offerta e colta la disponibilità a rendermi utile per le attività dei Missionari Comboniani. Noti storicamente per l'intervento in Africa, Nigrizia è la loro rivista. Attenderemo gli sviluppi. Con previsti contatti nelle sedi di Padova/Trento.

martedì 6 dicembre 2011

Si potrebbe andare tutti quanti al mio funerale. Vengo anch'io, no tu no. (Già fatto). Ma andate avanti voi, a Montmartre, che io devo stare con il piccolo Francesco, domenica 27 novembre 2011.


È MANCATO, A 59 ANNI, PER ATTO VOLONTARIO,
DOPO LUNGA INOCCUPAZIONE
GABRIELE MARIA TABORGNA
Lele

MEDAGLIA D'ARGENTO DEL GIORNALISMO ITALIANO.
DEMOCRATICO, MODERNO E RIVOLUZIONARIO.
ARTISTA E CREATORE DI EVENTI.
PER 25 ANNI TRA NOI A FAVORE DI FELTRE
E DELLE DOLOMITI BELLUNESI.

CERIMONIA DI SALUTO,
IN FORMA PRIVATA,
A PARIGI.
DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011
Cimitero di Montmartre
(Agencie Autrefois – Paris – F – jeudi, 24 novembre 2011)

E vabbè. Fatta anche questa. Giovedì 24 novembre 2011, sto appeso, per qualche ora, sugli annunci funebri di Piazza Maggiore, Feltre. Per vedere di nascosto l'effetto che fa. Te veuret cus'è, sun de Milan. Jannacci. Fo, Gaber, gent insc'ì. Scherzelloni, che ci si gioca con la vita e anche con la morte. Va' a dar via el cul, va' a ciapa'r i rat, va' a scuar il mar. Gente così, che sa ridere e piangere. Che sa vivere e morire. Qualche copia dell'annuncio firmata per gli amici, al Civico 43 di Via Mezzaterra, che si sa mai che dopo morto davvero un euro ci scappi. E, scusate, ma al cimitero di Montmartre, domenica 27, non potrò esserci perché ho il bambino di otto anni, Francesco, fino a lunedì mattina, 28. Andateci voi, al cimitero. Prima di me. 
E ci metto anche il testo, di vengo anch'io, no tu no. Cantatevela. Ciao, veh.

Vengo anch'io? No, tu no!

Enzo Jannacci
F. Fiorentini - D. Fo - E. Jannacci
(1967)
Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale.
Vengo anch'io. No, tu no.
Per vedere come stanno le bestie feroci
e gridare aiuto, aiuto è scappato il leone,
e vedere di nascosto l'effetto che fa.

Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!

Si potrebbe andare tutti quanti ora che è primavera.
Vengo anch'io. No, tu no.
Con la bella sottobraccio a parlare d'amore
e scoprire che va sempre a finire che piove
e vedere di nascosto l'effetto che fa.

Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!

Si potrebbe poi sperare tutti in un mondo migliore.
Vengo anch'io. No, tu no.
Dove ognuno, sì, e' già pronto a tagliarti una mano
un bel mondo sol con l'odio ma senza l'amore
e vedere di nascosto l'effetto che fa.

Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!

Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale.
Vengo anch'io. No, tu no.
Per vedere se la gente poi piange davvero
e capire che per tutti è una cosa normale
e vedere di nascosto l'effetto che fa.

Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!


Testo da Da italianissima.net

Come Mercurio. Con le ali ai piedi. Se ti sparano dietro. 25 marzo 1974. Monza. Festa degli Imbecilli.

E arriva, con marzo 1974, l'atteso processo a Bistecca, Michelin e altri esponenti della destra che tra Sesto San Giovanni, Monza, Desio e Brianza avevano imperversato causando danni, un po' qua, un po' là. Presidio, davanti al Tribunale di Monza, oggi famoso nelle immagini per i procedimenti delle tangenti al Comune di Sesto. Ma qualcosa, non va. Una frangia incontrollata, del servizio d'ordine di Lotta Continua, crea disastri. Svaligiata l'armeria, vicino all'Arengario. Scontri, coinvolgendo giovanissimi degli istituti superiori, in una città che non consente vie di fuga. Festa degli imbecilli. La chiamo. Presi in quasi duecento. Messi nei garage della caserma dei carabinieri. Picchiati, su ordine del colonnello comandante, a saracinesche chiuse. Il milite, giovane, che doveva picchiare me, fa finta di obbedire, incredulo, a quell'ordine. Mi salva il viso, dà un paio di colpi tra costole e schiena, mentre sono supino, a terra. Prima, in piazza, avevo cercato di difendere chi scappava, ragazze e ragazzi, sventolando la bandiera sulla testa degli agenti, per evitare che fermassero chi nulla c'entrava. Uno, agente di polizia, mi insegue e, davanti a Sala Maddalena, mentre scappo, spara. Uno, due, tre colpi. Il tempo di girarmi, vedere l'arma puntata su me e non sul cielo, e, come Mercurio, metto le ali ai piedi, superando record olimpionici di corsa. Che finisce sul Lambro, negli Spalti, dove non si va da nessuna parte. Fu lì, che finii sdraiato sul ponte, mitra puntato alla nuca, con Sergio Segio, amico, fino allora. La Festa degli Imbecilli, quel 25 marzo 1974, finì sulla copertina del settimanale l'Espresso. La frangia incontrollata del servizio d'ordine era una prova per l'imminente Prima Linea. Di lì a poco, nel congresso del '74, esponenti di Sesto San Giovanni usciranno da Lotta Continua. Gli imbecilli, che finiranno farsescamente, dopo numerosi omicidi, con la "consegna delle armi" al Cardinale Martini, hanno determinato arresto (tre mesi) e condanna per Cespuglio, Angelo Brambilla Pisoni, responsabile del servizio d'ordine, presidente della Cooperativa 15 giugno che editava il quotidiano, da me conosciuto quand'era ancora a Bresso/Cinisello, che ho saputo morto, qualche anno fa, nell'Oltrepo pavese, dove si era ritirato. Gli imbecilli, ho scoperto quando sono stato rilasciato dalla caserma dei carabinieri, avevano abbandonato, diciamo in un luogo vicino a Spalto Piodo, sede di Lotta Continua, uno scatolone con una dozzina di bottiglie molotov. Che ho dovuto far sparire. A merito degli imbecilli e della loro festa.

Vedi, interessante, per ricordare quegli anni, dal CUB Pirelli: www.fondazionecipriani.it