Ne ho diciassette, di anni, i diciotto partono il 9 novembre.
Si scopre che Boniardi, macchine lavorazione oro, Via Valpetrosa 5/Via Torino, dove lavoravo come "impiegato", non ha mai pagato un cazzo, per me, e viene multato. L'ospedale, lo paga la Regione.
Da Città della Pieve arriva nonna Margherita (Cupella). Non si era mai mossa da là. Affronta il viaggio in treno. Arriva a Milano. Va all'ospedale San Carlo a trovare il nipote. Fa un voto: "Signore, prendi me e salva lui.".
Il Signore l'ha presa in parola... Mentre, dopo un mese, mi alzavano dal letto per mettermi il Minerva, un busto di gesso dalle anche alla testa, non ti crolla il soffitto del Teatro degli Avvaloranti, a Città della Pieve?
I custodi/bigliettai del teatro, usato come cinema, erano proprio mia nonna, Margherita, mio nonno, Antonio, e mio zio, Pietro. Loro due sbalzati fuori, dallo spostamento d'aria. Mia nonna, già al centro della sala per le pulizie, (la sera prima c'era il pieno per un film), resta sotto i detriti. Paralizzata. Piaghe da decubito. Morta, dopo un mese.
Con Margherita Cupella andavamo alla fonte, a lavare i panni. Era una delle ultime donne capaci, con un asciugamano attorcigliato in testa, di portare mastelli dai dieci/venti chili, ritta, maestosa. C'erano, allora, ancora le chianine, vacche bianche, alte, col fiocco rosso, sul muso, il carretto a due ruote.
Nonna Margherita aveva Valentina, maestra, come sorella. Ma lei era maestra di vita. E quando portava i pesi in testa superava Valentina di trenta centimetri.
Margherita Cupella, morta sotto il Teatro degli Avvaloranti, per un voto, mi ha salvato la vita.
Mentre ero in ospedale e in Minerva ci sono stati due fatti ai quali non ho potuto partecipare: il concerto dei Rolling Stones, con scontri, al Palalido, e la prima occupazione di case, a Milano, in Via Mac Mahon, fatta da Collettivo Politico Metropolitano (Renato Curcio) e Lotta Continua (Mauro Rostagno).
Teatro degli Avvaloranti, oggi, Città della Pieve (PG).
Nessun commento:
Posta un commento