Benvenuti nel mio blog personale. Buon 2012.

domenica 18 dicembre 2011

AIUTO. 2011 DA BARBA... 2012 DA BARBONE. DEVO SALVARMI. (Regola delle Tre Enne in applicazione urgente.).

Pesante, il 2011. Da sprofondamento, il 2012. Per salvarmi devo applicare la regola delle tre enne: nomade, nullafacente, nullatenente. Percorso lungo e difficile. Ma sono sulla buona strada.
A, come automobile – Niente auto, per liquidare costi e ricatti. Basta tasse, assicurazioni, carburanti, meccanici e carrozzieri, gommisti, parcheggi, multe, obblighi e divieti, mal di schiena e mal di gambe, culo di piombo.
B, come banche – Non mi hanno aiutato. Non mi hanno sostenuto nel lavoro. Sono stato molestato e minacciato quando andavo in rosso. È l'anno giusto per fare i conti. Chiudendoli. No debiti, no spese.
C, come casa – Oggi qua, domani là. In affitto. Magari ospite, con spese da condividere. Nessuna proprietà. No casa, no padrone, no lacrime.
D, come diritto – Da cittadino ho diritto di esistere. Di non essere perseguitato. Di non essere raggiungibile. Di non dare risposte a chi si inventa, ogni giorno, nuovi doveri. Tutti a senso unico, nei confronti di chi comanda.
E, come educazione – Se io sono educato con te, tu, non prendermi a calci nei denti. Se no mi incazzo.
F, come federalismo – Toglietemi di torno anche il termine, che vivo meglio. Via tutto, province, comunità montane, enti vari, comuni da duecento abitanti... E il mio stato, non coincide, per forza, con lo Stato italiano. Il mondo è più grande di un orizzonte limitato, confinato, definito.
G, come guerra – Non sono e non voglio essere in guerra. Con niente e con nessuno. Non sarò né assoldato né soldato. Libero di comunicare, parlare, girare. In pace.
H, come ospedale – Quando c'è la salute c'è tutto. Devo evitare di ammalarmi, che se mi ammalo, per curarmi, mi cacciano in un guaio ancora più grosso.
I, come inoccupato – Se ho la partita IVA e non lavoro, perché devo essere inoccupato? Sarò disoccupato, iscritto nelle liste dei Centri per l'Impiego. Così anche l'Istat non potrà far finta di niente, dicendo che sono precario, benestante o che...
L, come libertà – Grande, immensa, irraggiungibile, utopica?. Meglio non aver niente ed essere liberi. Che avere tanto ed essere schiavi.
M, come mezzi pubblici – Per gli spostamenti, userò i mezzi pubblici. Quelli che costano meno. Dove passo inosservato e posso pensare ai fatti miei.
N, come negozi – In un mondo di ladri, anche i negozi non meritano attenzione. Che resti aperto un forno, per il pane. Qualche posto che dia da mangiare. Il resto, può anche chiudere. Per beni e prodotti bastano agricoltori e artigiani. Mi hanno consumato, con la società dei consumi, per cui io sarei un consumatore, con trecento sindacati e associazioni di consumatori. No consumo, no problemi.
O, come odissea – Mi fan vivere come Ulisse, sbattuto dappertutto, in balìa di cinquanta Dei che comandano e dei loro capricci, di mostri, maghi e streghe. Meglio vivere mediamente nascosti. Che visibilmente eroi. No coinvolto, no collaborante.
P, come pedone – A piedi. Costo zero. Per riprendere l'uso delle gambe, del corpo, della mente. A piedi, trenta chilometri al giorno, come i Romani. Al massimo, posso concedermi una bicicletta.
Q, come questua – Potrei ridurmi, così, a chiedere la carità? Certo ci sono quelli che stanno meglio di me. Ma anche quelli che stanno peggio. Poveri, deboli, malati. Meglio allora lavorare gratis per loro, per un sorriso. Che chiedere la carità agli stessi ricchi e benestanti che, alla carità, ti ci hanno portato.
R, come risorsa – La risorsa sono io. Del resto non me ne frega niente: petrolio, oro, diamanti, gas. Basta che non mi tocchino l'acqua. Che son fatto, di acqua. E se mi manca, muoio.
S, come stipendio – E chi lo conosce... Forse è meglio parlare di scambio, per sopravvivere. Coniugare il verbo dare, più che avere e prendere.
T, come tasse – Per evitare le tasse devo evitare i debiti. Per evitare i debiti devo evitare i consumi. Per evitare i consumi devo vivere semplicemente. Così evito Agenzia delle Entrate, Stato, Sanzioni...
U, come umiltà – Tutti grandi, tutti bravi, tutti ricchi. Se tutti fossimo un po' più umili, si vivrebbe diversamente, dignitosamente.
V, come votare – No no. Non ti voto non ti voto. Non si vota non si vota. Arrangiatevi, politici e pseudo, con le elezioni a vostra misura. Isolato io? Si vedrà. Alla fine. Chi resta isolato. Chi è il barbone che sarà emarginato.
Z, come zero – Zero reddito. Zero soldi. Zero Tasse. Toh, arriva il 2013. E sono sopravvissuto. Meglio zero, che mal accompagnato.

Il servizio fotografico del 16.12.2011, Lele-barba-barbone, è di Francesco Polli Taborgna, otto anni, terza elementare. La barba è stata tagliata subito dopo le riprese. Che si può essere barboni anche da sbarbati.


Per un buon 2012, possiamo cantare Pietre di Antoine, Festival di Sanremo 1967:
Tu sei buono e ti tirano le pietre
sei cattivo e ti tirano le pietre
qualunque cosa fai
dovunque te ne vai
tu sempre pietre in faccia prenderai
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
non sei ricco e ti tirano le pietre
al mondo non c'è mai
qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà
E sarà così finchè vivrai
sarà così...
(strumentale)
Se lavori ti tirano le pietre
non fai niente e ti tirano le pietre
il giorno che vorrai
difenderti, vedrai
che solo pietre in faccia prenderai
Se sei bianco ti tirano le pietre
se sei nero ti tirano le pietre
al mondo non c'è mai
qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà
e sarà così finchè vivrai
e sarà così...
(strumentale) 


*testo da www.canzonidelcuore.com

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