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lunedì 29 agosto 2011

Rose rosse per te. Da Maniago. 2 giugno 1973. Vaffanculo.

Pare, dai rari incontri che ho, che siano questi racconti ad interessare i più. Bene, cominciamo. Senza foto d'epoca, se no mi internavano. Due giugno 1973. Caserma Baldassarre di Maniago (Pordenone). Che salta in mente ai nostri pseudogolpisti di allora? Di celebrare la Festa della Repubblica, il 2 giugno 1973, con un repubblichino (di Salò) antirepubblicano e antitaliano (alleato dei nazisti). Giorgio Almirante. E così, in quattro e quattr'otto, noi soldati di leva, mettiamo in piedi l'anti-festa. Come? Guarda guarda, che bel giardino di rose rosse. Senza far danno, in una trentina, ne prendiamo una a testa e ce le teniamo in mano. Passeggiando per la piazza, in fila indiana, in divisa, che allora era d'obbligo, proprio mentre sul palco ci sono i tre colonnelli comandanti della caserma e un soldato, anche lui in divisa, tal Franco, di cognome, che anticipa i saluti del presidente MSI al popolo, friulano e italiano, militare e civile.
Putiferio. Chi sono questi, in divisa, che passeggiando, osano, con le rose rosse? Mario Branca, di Palermo, mio capitano della 5a Compagnia Genio Pionieri della Divisione Ariete, con comando del battaglione a Motta di Livenza, ben lo sa. S'avanza, lo strano ufficiale e mi intima, dopo "che fate?" di avere la divisa in disordine..., per via della rosa rossa.
Premessa: il Regolamento Militare vietava, comunque, ai militari la partecipazione a manifestazioni politiche e pubbliche.
Per cui: parte Mario, di Roma, il 3 giugno, in licenza, con quattro righe che indicano i fatti, i nomi, i festeggiamenti repubblichini e le rose rosse dei trenta soldati democratici (italiani). Le consegna alla redazione del quotidiano Lotta Continua.
Quindi: tipo, il 5 giugno, esce l'articolo su Lotta Continua, in prima pagina, "Le rose rosse di Maniago".
Casino, al Comando di Pordenone della Divisione Ariete. Generali, che leggono Lotta Continua. Convocazione dei tre colonnelli comandanti. A: è tutto vero. B: trasferimento immediato. C: Il capitano Branca in tutta fretta, dà una licenza e mi accompagna, in jeep, per il treno che mi portava a Milano per un processo (politico). Ancora in viaggio, i carabinieri si presentano ai miei, in San Siro, per sapere se sono arrivato. Al Distretto Militare, dove si vista la licenza, vengo convocato dall'Addetto stampa come amico di Liverani e Capanna (Movimento Studentesco). Gentile, cordiale, l'ufficiale. Ma io che c'entro? Ho solo un processo per niente. E sono sfilato a Maniago con una rosa rossa in mano. È primavera, no? E  da italiano canto Bella ciao. Vaffanculo. A settembre han fatto il golpe in Cile. Vaffanculo.
(Foto: Piazza di Maniago, PN, 2004)

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