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giovedì 6 ottobre 2011

Cerchi lavoro? Ma non sei terrone. Che vuoi fare all'Innocenti, tu, di Milano? (1974)

Abituato ai jeans, a uno spolverino, a una camicia, è difficile presentarsi per cercar lavoro. Trovo pantaloni, normali, maglione della nonna, cappotto, e mi presento all'Innocenti di Lambrate. Ho bisogno di lavorare. Ho bisogno di un lavoro. Militare finito. Di politica non si campa. Visita medica, prelievi, sano, giovane, tutto ok. Penso di essere nel 1974, con la fabbrica che assume, per le macchine, la Austin, la Mini, De Tomaso, chi se ne ricorda...? Tutto bene, visite superate, idoneo, mi portano in reparto, presse, mostrano come escono gli stampi, come fare attenzione, mi presentano ai futuri, colleghi, operai. Che guardano, curiosi, me, ragazzo, di 22 anni. Passa una settimana, niente. Passa un'altra settimana, chiamo in fabbrica, e mi dicono che devo avere ancora un incontro con lo psicologo... Vado dallo psicologo, mi guarda, mi chiede "Ma perché, lei, che non è meridionale, che è di Milano, vuole venire a lavorare all'Innocenti, alle presse...?". Rispondo: "Perché ho bisogno di lavorare, sono senza lavoro...".
Non mi hanno preso, nel reparto presse, dello stabilimento Innocenti di Lambrate. Forse, mi è andata bene, mi sono salvato da un futuro di operaio pressato e stressato. Ma siccome non l'ho deciso io, stronzo lo psicologo, stronzo De Tomaso, stronza l'Innocenti. Che, dopo, ha chiuso. Fine, indegna, ma già segnata, di una fabbrica storica, milanese.
* il cancello (foto) è mio, dove abito, a Feltre, diverso da quello dell'Innocenti.  

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