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martedì 6 settembre 2011

E Capanna disse: Allitto, ci sono anche gli apprendisti. (Milano, 1° Maggio 1971).

Dopo il 1970, per forza, c'è il 1971. Cervicali deboli, per via della frattura, lunga convalescenza, mi iscrivo al CAPAC - Politecnico del Commercio, nome altisonante, di fianco a casa dei miei, in Viale Murillo. Sono i corsi, professionali, serali, della Regione Lombardia. E vado in "corrispondente in lingue estere", biennale. Una pizza. Di giorno, al Capac, si tengono i corsi per gli apprendisti, obbligatori, mezza giornata la settimana. Visto che di giorno non ho niente da fare, comincia l'intervento sugli apprendisti. Fondiamo il "Comitato Apprendisti". Riusciamo a farci dare un'aula, stabile, dove tutti possono consultarci e incontrarci (eravamo in democrazia). Passa gennaio, e arriva aprile. Che facciamo, apprendisti? Cerchiamo di farci vedere: manifestiamo. Ok. Per il Primo Maggio, Festa del Lavoro, presento in Questura la comunicazione di un corteo degli APPRENDISTI. Ma che? Chi sono? Chi siete?
Permesso negato.
Antonio Chiodo, di Baggio, papà CGIL, illuminato da Di Vittorio, fratello nel Movimento Studentesco (Antonio, negli Anni Ottanta fu segretario del sindacato camionisti), dice: "Andiamo da Mario".
Così, grazie ad Antonio, ci presentiamo in Interfacoltà della Statale, per essere ricevuti da Mario Capanna.
Ok. "Vai", dice Antonio. E io entro. "Cosa c'è?", dice Capanna. "Niente", riesco a parlare, "per la prima volta riusciamo a fare un corteo di apprendisti, per segnalare la loro condizione, ma la Questura ci ha negato il permesso e per noi è importante, sfilare da soli, il Primo Maggio, per confluire in Piazza Duomo".
Mario, prende il telefono: "Allitto?, ciao, sono Capanna. Qui ho gli apprendisti che devono fare un corteo, da soli, per arrivare con noi e i sindacati in Piazza Duomo, il Primo Maggio. Ma non hanno avuto il permesso. Ah, tutto bene? D'accordo. Ciao, Allitto".
Allitto Bonanno era Questore di Milano. Con la telefonata di Mario Capanna, gli apprendisti poterono dire la loro esistenza "Apprendistato uguale Sfruttamento". Sfilammo, in centocinquanta, da Piazzale Baracca a Piazza Duomo. Passando per San Vittore, unico corteo, autorizzato sotto il carcere, con fazzoletti e stracci colorati che sventolavano dalle finestre delle celle, per salutarci. Salutare il Primo Maggio, il lavoro, la democrazia, i giovani e i vecchi i liberi e i carcerati. Che avevano fatto e facevano l'Italia.
Vabbè. Mettiamo Una Notte in Italia, di Ivano Fossati, che, anche se è lunga, ci fa passare il tempo, e abitava in Via Villapizzone, davanti a casa mia, nel '75, in Console Marcello 1.
E' una notte
in Italia che vedi
questo taglio
di luna
freddo come una
lama qualunque
e grande come
la nostra fortuna
la fortuna
di vivere adesso
questo tempo
sbandato
questa notte
che corre
e il futuro
che arriva
chissa' se ha fiato
E' una notte
in Italia che vedi
questo darsi
da fare
questa musica
leggera
cosi' leggera
che ci fa sognare
questo vento
che sa di lontano
e che ci prende
la testa
il vino bevuto
e pagato da soli
alla nostra festa
E' una notte
in Italia
anche questa
in un parcheggio
in cima al mondo
io che cerco
di copiare l'amore
ma mi confondo
e mi confondono
piu' i suoi seni
puntati dritti
sul mio cuore
o saranno
le mie mani
che sanno cosi'
poco dell'amore
Ma tutto questo
e' gia' piu'
di tanto
piu' delle
terre sognate
piu' dei biglietti
senza ritorno
dati sempre alle
persone sbagliate
piu' delle idee
che vanno a morire
senza farti
un saluto
di una canzone
popolare
che in una notte
come questa
ti lascia muto
E' una notte
in Italia
se la vedi
da cosi' lontano
fra quella gente
cosi' diversa
in quelle notti
che non girano
mai piano
io qui ho un pallone
da toccare col piede
nel vento che
tocca il mare
e' tutta
musica leggera
ma come vedi
la dobbiamo cantare
e' tutta
musica leggera
ma la dobbiamo
imparare
E' una notte
in Italia che vedi
questo taglio
di luna
freddo come una
lama qualunque
e grande come
la nostra fortuna
che e' poi
la fortuna
di chi vive adesso
questo tempo
sbandato
questa notte
che corre
e il futuro
che viene
a darci fiato

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