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mercoledì 14 settembre 2011

E fu naja. Settembre 1972.

Non passa un mese, dal 17 maggio di Calabresi, che Mauro Rostagno ci saluta. Se ne va. Via da Monza e Brianza, lavoro finito, tutto in piedi, ora fate voi. Dispiacere, occhi lucidi... Mauro va a Palermo, Sicilia. Per il Sud, perché c'è più da fare là, che qua. A luglio, lui e Chicca sono giù.
Settembre. Tocca a me, ora, partire per il servizio militare.
Dove pensate che mi mandino?
Avete indovinato.
Parto per Palermo. In ritardo, sulla data della cartolina, per via..., lo racconto solo in privato. Il ritardo è giustificato da un ascesso mastodontico, faccia destra gonfia, sinistra normale. Certificato medico in tasca, dopo 23 ore di viaggio, in stazione a Palermo c'è la Polizia Militare, ma con quella faccia malata e gonfia non faccio per loro. Arrivo alla Scianna, fanteria, centro addestramento reclute. Quando mi presento all'ingresso, il sottufficiale mi guarda strano... “Lei risulta disertore...”, “Come”, faccio, io, “son qua...”. “Sì, ma dopo tre giorni noi mandiamo i carabinieri...”. Mentre ero in viaggio, i carabinieri si erano presentati dai miei, a Milano, per cercarmi, in quanto disertore. Ok, cominciamo bene. Infine, con certificato medico accettato, mi mandano in camerata e divento militare. Addestramento, scritta, sul fronte destro della caserma, Taci e Obbedisci; col punto esclamativo, che io non uso. Mi mandano, di corvè, in cucina, e scopro che il quarto di carne ha il timbro Argentina 1936. Non c'è acqua. Per farci la barba, se vuoi uscire, usiamo l'aranciata.
Mauro e Chicca sono a Palermo. Bella casa, dalle parti di Mombello. Muri a secco, stradina, ingresso, portico, grande. Partecipo anche a una riunione di redazione, in sede.
Mi metto a rapporto dal Capitano e chiedo di rimanere a Palermo. Che mi piace.
E che, non lo sapevano?...
Quando si va a sparare, sopra i monti, quel capitano ordina il fuoco mentre i segnalatori, militari che riferiscono dei colpi a segno, sono fuori dalla buca. Io, vedo. Non sparo. Altri come me. Ma qualcuno, spara. Poteva scapparci il morto. Anche quando uno butta la bomba a mano troppo vicino... Vabbè.
Finché esco dalla caserma, con i miei della compagnia, per andare alla trattoria di fronte a mangiare una pasta, tutto bene.
Quando ci organizziamo in quattro, con un 'amica che ci viene a prendere in auto, veniamo subito fermati dai carabinieri che ci chiedono che ci facciamo, fermi lì. “Stiamo decidendo dove andare a mangiare...”, rispondo candido.
E che non lo sapevano?
Giorno del Giuramento. Fine. “Guarda che è venuta a prenderti la tua fidanzata”, mi dicono. Fingo, e vedo Chicca, che saluto come la mia fidanzata e.. andiamo...andiamo via.
Che si pensava che si facesse, a Palermo? Il casino? I soldati della rivolta?
Ma va là, quaquaraquà.
Il 23 novembre, la tradotta militare parte per il nord. Tra Palermo e Messina, fanno il bagno. L'ultimo risveglio è vicino Ferrara. Nebbia e freddo. Mi porteranno in una caserma fatiscente, a Motta di Livenza. Nebbia e freddo. Camerata da cento letti. Pronti per fare i nonni e gli scherzi al nuovo arrivato. Basta uno sguardo, il silenzio, e il restare immobile, per distogliere ogni loro prurito.
È appena cominciata. Proseguirà per altri tredici mesi. Ne uscirò indenne.
Quelli che pensano di comandare, no.

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