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mercoledì 14 settembre 2011

Prima di Calabresi: 12 dicembre 1971, blindati in Leonardo Da Vinci; 11 marzo 1972, basta divieti, ottomila in piazza; Pasqua 1972, Convegno a Rimini, tutti schedati.

Il 12 dicembre 1971 la Questura vieta i cortei per la strage di Piazza Fontana. Siamo relegati, tipo stadio, in Piazza Leonardo da Vinci, Politecnico e Architettura, Città Studi. Grigio, triste, impotente ricordo della Strage. In più, saltano fuori, da una perquisizione, la sera prima, dai ciucci di Potere Operaio, che nessuno ovviamente conosceva, bottiglie molotov... Apriti, cielo. Divieto assoluto di manifestare, d'ora in avanti. L'avanti finisce l'11 marzo 1972, quando, vuoi o non vuoi, si scende in piazza. Tutti i militanti diventano servizio d'ordine, uomini e donne. Cordoni stretti, su Foro Bonaparte e Castello Sforzesco. Tupa-Tupa-Tupa: Tupamaros. Guai, oggi, a chi ci tocca. Disposti a morire, che lasciare il passo. La compagnia della Celere, in assetto, avanza al centro di Foro Bonaparte verso noi. E noi lì. Avanzano ancora. E noi lì. Tentennano... Parte un casino che durerà fino a tarda notte, con ottomila in Piazza. I divieti vengono tolti. Ok. Ai primi di aprile, Convegno a Rimini. Sulla violenza. Lascio la motorella in Stazione Centrale e via, treno per Rimini. Albergo a Viserbella. Cici-coco, la violenza sì, la violenza no. Si discute, del più e del meno, ma soprattutto delle imminenti elezioni: votiamo Manifesto che ha messo in lista Pietro Valpreda? Questo, il dunque, su cui votare. “Scusate, ma dobbiamo consegnare alla Polizia, qui fuori, le nostre carte di identità...”. Ok. Centocinquanta documenti vengono portati fuori, per le verifiche della Polizia. Adriano, è per il voto al Manifesto e la conseguente elezione/liberazione di Valpreda. Paolo e altri, no: astensione. Io, non ancora ventenne e senza diritto di voto, ai 21 si votava, penso: non me ne frega niente. Importante, per me, era lavorare ogni giorno. Che chi lavora, è già rivoluzionario. Voto per l'astensione. Vince l'astensione. Quando torno a Milano, la motorella, Gilera 124 5 v, non c'è più. Rubata. Lo immaginavo. Non faccio nemmeno denuncia, che io non denuncio niente e nessuno...Tanto, a settembre, parto per militare.  

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