Benvenuti nel mio blog personale. Buon 2012.

giovedì 8 settembre 2011

L'Oreste (Scalzone), dappertutto.

Ovunque tu andassi, dal '70 in avanti, lo trovavi. Oreste Scalzone, dopo l'armadio di Roma che gli han buttato in testa, era a Milano in ogni sciopero, in ogni corteo, quasi in ogni assemblea. Era dappertutto. Col suo spolverino bianco sporco, un giorno, mentre con mamma Mina andiamo a trovare i parenti in Veneto, lo troviamo anche in Stazione Centrale. "Ciao", "Ciao, come stai? Ti presento mia madre. Gelsomina.". Cordiale, elegante, saluta ed è cortese, come sempre, gentile, si informa. In treno, mamma Mina chiede del mio amico. "È con te, in Lotta Continua?". "No", rispondo, "lui è di Potere Operaio". Difficile spiegare le differenze, prosegue il viaggio in treno... Forse è la volta che andiamo a trovare suo fratello, zio Aldo. L'ultimo minatore in vita dal Belgio. Che ha dovuto scappare dalla Falck, quando sono nato, nel '52, perché sindacalista della CGIL. E che in miniera ci è rimasto sotto. E ha ancora un budello d'argento. E non respira, per via della "pussiera", silicosi, polvere di carbone. E così si è comprato una vespa, verde, per girare. Ne è tutto contento. La tiene nell'ingresso della casa. A San Giovanni Ilarione. Ma l'han tirato sotto, un giorno. Morto sul colpo. A 52 anni. Dopo la Guerra, Partigiano, Operaio Falck, Minatore. Nemmeno la pensione, del Belgio, si è potuto godere. Gli altri suoi fratelli, miei zii minatori in Belgio, l'avevano preceduto. Chi a 40, chi a 44. Anni.
Quando ho superato i cinquantadue anni, quelli di mio zio Aldo Bado, mi son detto: vabbè, dovrai vivere ancora per un po'.

Nessun commento:

Posta un commento