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martedì 6 settembre 2011

Parco Lambro 1976. Dei polli. La fine di un'epoca.

Più organizzato, rispetto al precedente. Capitalizzato è più remunerato, con stand per panini e bibite. Grandi cantanti. Grande palco. Riprese Rai. In centomila. Ecco, Parco Lambro 1976. Con Lucio, facciamo il lenzuolo "Proletari in Divisa", da mettere sulla tenda all'ingresso.  Dove arrivano i nostri delle caserme. "I Bufali", di Paolo, ci sono ancora. Da Lotta Continua, mi metto all' affettatrice per fare abbondanti panini. Il clima sembra buono. La musica, anche. Ma appare l'eroina... Teste fracassate. Quindicenni bucate da adulti assassini. Sarà l'ultima volta. Grande musica. Grande festa. Grande noia. I Ladri di polli, che saccheggiano un camion, dimostrano la loro/altrui follia. Tutto. Finisce. Qui. Poi, sarà mercato. Ma noi non ci saremo...noi non ci saremo.
Ciao, Italia. Viva l'Italia.
E mettiamoci De Gregori.

Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste. 

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